PAMELA DELLA TOFFOLA – PER SOFIA SI PIANGE DUE VOLTE

Pamella della Toffola è di Trieste, vive a Sofia da sedici anni.

Pamella della Toffola è di Trieste, vive a Sofia da sedici anni. Qui sono nati i suoi figli, qui ha costruito la sua vita e la sua casa. Insegna l’italiano all’Istituto italiano di cultura. Una donna sensibile che è riuscita a conoscere profondamente la cultura bulgara. Della quale parla con vero amore.

  

Siamo stati otto anni a Mosca prima di venire in Bulgaria. Mio marito lavora per il Gruppo Unicredit. Ci siamo conosciuti a Mosca, eravamo entrambi lì per lavoro. Una storia forse un po’ esotica – di solito gli italiani a Mosca si sposano le russe. Invece lui, italiano, sposa un’italiana a Mosca, fra l’altro piccolina, con quel panorama di belle ragazze bionde con le gambe lunghe. Poi lui è stato trasferito qua, io ho lasciato il lavoro… ed è stato il momento perfetto per mettere al mondo due figli.

La vita da espatriato non è per tutti, ho tante amiche che non sono riuscite ad adattarsi. Devi avere spirito di adattamento, devi avere spirito di avventura, devi amare i cambiamenti. Io personalmente ne sono sempre stata attratta dai cambiamenti, delle sfide. Ho studiato lingue straniere, per cui già proiettata verso gli altri paesi, verso gli altri popoli. Ho viaggiato molto per studio, all’università ho studiato a Parigi, a Mosca. A Mosca mi sono poi fermata e ho lavorato per un studio di consulenti italiani, che assistevano le aziende italiane che investivano in Russia. Avevamo spesso delegazioni, giornalisti. Uno di questi un giorno mi ha chiesto: “Che cos’è per te Mosca?”. E io, di getto, senza pensarci, ho detto: casa. E poi, ripensandoci, ma, come casa? Casa mia dovrebbe essere l’talia, Trieste. In realtà oggi è quello che posso dire di Sofia. Per me oggi Sofia è casa. Perché casa è dove decidi tu di mettere casa. La nostra vita di espatriati prevede sempre uno spostamento, ma adesso abbiamo deciso di stanziarci per i nostri figli, sopratutto per non fargli subire i traumi degli spostamenti, cambiare amici, cambiare ambiente. In fondo vivere all’estero è stata una scelta nostra, questo tipo di vita lo abbiamo scelto noi, non loro.

Noi siamo a Sofia  da sedici anni. I ragazzi sono nati qua. Ci siamo ufficialmente sposati quando siamo arrivati qua, nella residenza dell’ambasciata italiana, con una bellissima ceremonia, un ambiente fantastico! In Bulgaria noi ci siamo creati il nostro giro d’amici, le nostre abitudini. Sia i nostri figli che tutti noi parliamo bulgaro. Io credo che sia una cosa fondamentale per chi vive in un paese straniero. Ti rende la vita molto più semplice conoscere la lingua del posto dove stai. La impari molto più in fretta perché sei stimolato continuamente dall’ambiente intorno. Ci vuole un po’ di fatica, certo, ma poi ti aiuta molto. Faccio un esempio, io ho avuto due figli negli ospedali bulgari, con medici bulgari, con infermiere bulgare: devi essere in grado di comunicare. Ho crescuto due figli – pediatri, scuole, amici. Per i figli è stato naturale, la nostra baby sitter era bulgara. Adesso parlano tre lingue: a casa parliamo italiano, con le tate parlavano bulgaro, e l’inglese, perché fanno una scuola internazionale anglo-americana. E studiano spagnolo e cinese. Per me è stato molto più difficile imparare il russo, come prima lingua slava, è stato davvero duro. Con il bulgaro, meno, ma comunque ci vuole un grande impegno, è una lingua diversa. All’università ho studiato anche psicopedagogia delle lingue straniere. Adesso sono insegnante all’Istituto Italiano di cultura, è il veicolo più importante di diffusione della lingua italiana in Bulgaria, come tutti gli istituti di cultura italiani nel mondo, che fanno proprio questo di vocazione: cercare di diffondere la cultura e la lingua italiana, il primo strumento per attirare contatti e attenzione di un popolo verso un altro, la base per nuovi contatti commerciali ed economici. Se tu non hai bisogno dell’intermediazione linguistica di un interprete, vai in diretta, ti senti molto più sicuro. La persona capisce che tu hai fatto degli sforzi per andarle incontro. Già il conoscere la sua lingua dimostra che lo rispetti, che sei interessato a quel mondo, che sei aperto. Per cui io trovo indispensabile conoscere la lingua del posto dove si vive – mostri al paese che non sei un ospite chiuso, ma vuoi assimilarti. Io insegno, ma imparo moltissimo nelle lezioni che tengo, perché è uno scambio reciproco.

Qui mi trovo benissimo, un paese accogliente e molto facile. E in più, da italiano già godi della tua popolarità a priori. Se sei una persona aperta e disponibile a nuovi contatti è molto, molto facile entrare in amicizia, anche rispetto alla mia esperienza precedente in Russia. Sono due popoli completamente diversi. Qui è stato facilissimo, le persone sono naturali, meno freddi, meno chiusi. Siamo lontanissimi culturamente, nelle abitudini. Con i bulgari condividiamo il gusto per la convivialità.

Il cibo? Le verdure bulgare non hanno alcun rivale. La verdura e la frutta di stagione non le trovi da nessuna parte così buona. Le ciliegie bulgare, i pomodori bulgari, i cetrioli bulgari, non li trovi con questo sapore in Italia. I peperoni mi ricordano il mio primo impatto con la Bulgaria, sono venuta la prima volta all’inizio di novembre del 2001 e mi ricordo questo odore di pecheni chushki (peperoni arrostiti) in tutta Sofia. Adesso ormai non è più così come allora. Ma allora ogni volta quando arrivava l’autunno sentivi per tutte le strade, anche nel centro, uscire dalle finestre questo odore di peperoni arrostiti che mi metteva l’angoscia all’inizio. Adesso mi piace sentire questo aroma di peperoni, ma kiselo zele (cavolo acido) non lo riesco ancora ad apprezzare!!! Poi ci sono i piati irraggiungibili, come il tarator. I miei figli sono degli amanti di tarator, ma non lo si può dire in Italia: un abbinamento inaccettabile yoghurt, cetrioli, aglio… Per noi lo yoghurt è dolce.

Gli italiani che decidono di venire qui non avranno nessun problema ad adattarsi. Il paese è molto amichevole, il clima è molto simile al Nord Italia, parlando di Sofia. Ci sono fasce climatiche per tutti. E come tutti sanno, è molto meno costoso rispetto all’Ítalia, e anche questo è un vantaggio. So che c’è questa tendenza migratoria, sopratutto dei pensionati che si trasferiscono in Bulgaria proprio per questi motivi. Se invece uno viene per il lavoro, il paese presenta ancora qualche difficoltà. Manca qualche garanzia del diritto, della legge, non è così paradisiaco. La comunità italiana è abbastanza nutrita. Ci sono imprenditori italiani, molto capaci, che hanno aumentato il loro successo qui in Bulgaria. C’è Confindustria, che riunsce gli imprenditori e organizza oltre agli eventi a temi economici, anche molti eventi di socializzazione. E poi, certo, l’Ambasciata d’Italia e l’Istituto di cultura sono il fulcro attorno a cui si muove la comunità italiana. Ci sono tanti turisti, tanti studenti che vengono per fare l’Erasmus.C’è questa battuta, che circola fra gli espatriati, che dice che quando nomini Sofia e sei un espatriato, piangi due volte. La prima volta piangi quando ti dicono che sei destinato ad andare a Sofia. E la seconda volta è quando ti dicono che la devi lasciare per una nuova destinazione. E’ molto bello ed è molto vero.

Commenti

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  1. Paolo Corticelli giugno 22, 2018 10:14 am

    Una testimonianza straordinaria, completa, con riferimenti al grande clima di umanita’ che tratteggia un quadro a tinte calde, molto coinvolgente.
    Grazie Pamela

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